Fireworks at Trouble Zine

Cosa bolle nella pentola di casa Shelflife? Nel nostro classico giretto perlustrativo sulle novità dell’etichetta siamo ovviamente rimasti colpiti e affascinati dalle ultime due produzioni, la prima già in pista (l’album d’esordio dei The Fireworks) e la seconda in rampa di lancio e pronta a conquistarci dal 24 marzo (il nuovo singolo dei Goodly Thousands).

Cominciamo ovviamente dai riverberi sonici che ci arrivano dai The Fireworks, dislocati tra Londra e Brighton, tra distorsioni e coretti micidiali, amabilmente veicolati dall’asse portante Emma Hall e Matthew Rimell. Già dai due precedenti Ep le coordinate erano chiare, ma qui, nell’album “Switch Me On”, tutto è magnificamente a fuoco e il fuzzy-pop dei nostri trova il bilanciamento perfetto tra le chitarre ruvide e le melodie bubble-gum che si appiccicano al cervello e li rimangono. La batteria picchia solida e non chiama certo chissà quali tecnicismi, le chitarre sono ruvide e le voci vanno a colorare quelle linee diabolicamente pop che seguono derive già intraviste in Buzzcocks, The Shop Assistants, ma anche la gentilezza e il gusto melodico dei The Pastels, con quel retro gusto alla Ramones (che si sono fatti una bella carica ascoltando i gruppi della C86) che non guasta mai.

Tutto troppo facile dite voi? Beh, è l’attitudine che vince. Sarà che a un giro in giostra che parte sempre con quella chitarra rumorosa non puoi dire di no, sarà quell’aria lo-fi che respiriamo in tutto il disco, sarà il ritornello delizioso che in ogni brano non manca, sarà che sanno magnificamente bene quando andare a briglia sciolta (Runaround), deliziarci col ritornellone (Stay Here), buttarla magnificamente sul garage con andazzo ’60 (On And On), conquistarci con la semplicità più pulita (Let You Know) o rendere satura l’atmosfera (With My Heart) o, per chiudere, sarà che alla fine di un disco così ti deliziano con una ballata avvolgente come In The Morning, non lo so, fate voi per quale di queste cose, sta di fatto che quest’album si fa ammirare ed apprezzare sempre più ad ogni ascolto.

Il secondo proiettile che colpisce in pieno il bersaglio del cuore arriverà invece dai Goodly Thousands che a fine marzo pubblicheranno il loro secondo ep, seguito di quell’esordio andato velocemente sold out. Niente scintille pronte a trovare sfogo in chitarre rumorose come per i Fireworks, ma la magia di un cristallino jangly sound fuori dal tempo per questi irlandesi che paiono cresciuti a Birds e primissimi Primal Scream: 4 brani che profumano di buono, che riempiono gli occhi di luce morbida, che accarezzano i sensi e ci fanno stare bene.

La magia di un semplice guitar-pop, fatto con quei soliti arpeggi che avremo sentito mille volte ma che anchee questa volta ci rapiscono e ci portano lontano, mescolando con sapienza malinconia e gioia. Una nuova magia targata Shelflife e la conferma che abbiamo fatto bene a credere fin dal loro esordio in questi magnifici Goodly Thousands, intervistando proprio Colm Dawson che ci parlava allora di un demo chiamato Sunshine Hair, che, guardacaso , è proprio il primo brano di questo nuovo Ep. Tutto torna! Favolosi.

 

[Link]